Salute degli occhi

Uveite dell'occhio: cause, sintomi e cura dell'infiammazione

Tra i disturbi oculari, l'uveite è sicuramente un'infiammazione da non sottovalutare. Con ZEISS, scopri le cause, i sintomi e le cure più efficaci.

2 ottobre 2023
  • Occhio affetto da uveite

Con il termine uveite si indica l’infiammazione dell’uvea: una sottile membrana pigmentata che si trova all’interno dell’occhio ed è particolarmente ricca di vasi sanguigni.
L’uvea costituisce la cosiddetta tonaca media vascolare dell’occhio, posizionata tra la tonaca esterna fibrosa o sclera, e la tonaca interna nervosa, ovvero la retina.

 

Che cos’è l’uveite

Chiamata anche tratto uveale, l'uvea è costituita da tre parti:

  • l’iride, la membrana a forma di anello che si trova davanti al cristallino; contiene al centro la pupilla e ne modifica il diametro in funzione dell’intensità luminosa che la colpisce, regolando la quantità di luce che entra nell’occhio
  • il corpo ciliare, che ha il compito di produrre l’umor acqueo e di regolare la messa a fuoco delle immagini, agendo sulla conformazione del cristallino
  • la coroide, che contiene la maggior parte dei vasi sanguigni che rifornisco l’occhio di ossigeno e di nutrienti; grazie ai pigmenti che la compongono (melanociti), la coroide assorbe la luce che arriva nella parte posteriore dell’occhio, e in questo modo riduce la riflessione dei raggi luminosi permettendo la formazione di immagini nitide sulla retina.

Quando, per diverse possibili cause, una o più componenti del tratto uveale si infiammano, si sviluppa l’uveite; in molti casi il processo infiammatorio può estendersi anche alle zone circostanti dell’occhio, cioè la retina (si parla allora di retinite) e la sclera (sclerite).

In base alla zona dell’uvea colpita dall’infiammazione, l’uveite è classificata come:

  • panuveite se interessa l’intero tratto uveale
  • uveite anteriore se è limitata alla sola iride (irite) o all’iride e al corpo ciliare (iridociclite)
  • uveite intermedia se interessa il corpo ciliare (ciclite)
  • uveite posteriore se colpisce la coroide (coroidite).

Inoltre, l’infiammazione può essere classificata in base alla durata dei sintomi:

  • acuta, se si risolve in qualche settimana al massimo
  • cronica, se persiste a lungo.

L’uveite è una patologia oculare piuttosto rara, che può colpire a qualunque età, ma se non viene diagnosticata per tempo o viene trascurata può avere conseguenze anche serie per la salute dell’occhio e per la vista.
 

Le possibili cause dell’uveite

Le cause scatenanti dell’uveite possono essere di origine esogena o endogena: la patologia, cioè, può essere dovuta a fattori esterni o interni all’organismo.

I principali fattori esterni che possono scatenare l’infiammazione del tratto uveale sono:

  • traumi e ferite che portano a perforazione dell’occhio e favoriscono l’infezione da parte di agenti patogeni
  • infezioni virali, dovute a herpes virus (per esempio il virus della varicella e il citomegalovirus)
  • infezioni batteriche, principalmente da streptococchi e stafilococchi, ma anche dai batteri responsabili della brucellosi, della tubercolosi, della malattia di Lyme e della leptospirosi
  • infezioni da parassiti, per esempio la toxoplasmosi
  • interventi chirurgici
  • granulomi dentari, cioè infiammazioni batteriche della punta della radice del dente, che possono raggiungere l’occhio.

Anche se può avere origine infettiva, l’uveite non è di per sé contagiosa. Al contrario è possibile, per esempio se si soffre di herpes labiale, che il virus venga trasmesso dalla bocca all’occhio, semplicemente toccando prima una o poi l’altro, causando l’uveite.

Altre forme di uveite possono essere invece dovute alla presenza di malattie sistemiche, che colpiscono cioè più organi e/o apparati contemporaneamente. Alcune di queste sono di tipo autoimmune, cioè dovute a un malfunzionamento del sistema di difesa dell’organismo che provoca una reazione immunitaria diretta contro le cellule e i tessuti dell’organismo stesso.

Le principali patologie sistemiche e/o autoimmuni associate a uveite sono:

  • il lupus eritematoso sistemico
  • la sarcoidosi
  • l’artrite reumatoide
  • l’artrite idiopatica giovanile
  • l’artrite reattiva
  • la psoriasi e l’artrite psoriasica
  • la spondilite anchilosante
  • la sclerosi multipla
  • la malattia (o sindrome) di Behçet
  • la malattia (o sindrome) di Kawasaki
  • le malattie infiammatorie croniche intestinali (malattia di Crohn, colite ulcerosa ecc.)
  • la distrofia corneale endoteliale di Fuchs.

Molto più rara è l’uveite causata dall’assunzione di alcuni farmaci. Alcuni fattori in grado di ridurre le funzionalità del sistema immunitario, poi, sono stati associati a un aumento del rischio di sviluppare uveite: tra questi ci sono lo stress e il fumo di sigaretta.

Va però sottolineato che nella maggior parte dei casi non è possibile individuare le cause scatenanti del processo infiammatorio: in questo caso si parla di uveite idiopatica.

Come si manifesta l’uveite

I sintomi dell’uveite più frequenti sono:

  • disturbi della vista
  • dolore all’occhio
  • sensibilità eccessiva alla luce (fotofobia)
  • lacrimazione aumentata
  • visione offuscata
  • percezione di puntini o di macchie scure fluttuanti (miodesopsie o mosche volanti) nel campo visivo, dovute alla presenza di corpi mobili all’interno del vitreo.

Inoltre, in caso di uveite l’occhio può apparire arrossato.

In generale, i sintomi possono interessare un solo occhio o entrambi, e le manifestazioni sono diverse in base al tipo di uveite, anche per quanto riguarda il “modo di vedere”:

  • l’uveite anteriore in forma acuta si manifesta principalmente con dolore persistente e arrossamento dell’occhio, sensibilità alla luce e conseguente restringimento della pupilla, offuscamento della visione, lacrimazione, abbassamento della vista; nella forma cronica questi sintomi sono generalmente più lievi tanto che, in molti casi, l’uveite cronica è asintomatica
  • l’uveite intermedia di solito non provoca dolore, ma la capacità visiva può essere lievemente ridotta e possono comparire miodesopsie
  • l’uveite posteriore può essere caratterizzata dalla percezione di mosche volanti, visione annebbiata o distorta in caso di coinvolgimento della retina, riduzione della vista, anche significativa.

Se compaiono sintomi di questo tipo è importante rivolgersi al medico ed effettuare una visita oculistica per diagnosticare tempestivamente un’eventuale uveite. Se diagnosticata in ritardo o trascurata, infatti, l’uveite può avere conseguenze anche serie, con lo sviluppo di complicanze che possono compromettere la vista, tra le quali la diffusione dell’infiammazione alle altre parti dell’occhio (compresa la retina), il glaucoma, l’edema della macula, la cataratta, danni alla retina (compreso il distacco) e al nervo ottico, fino alla perdita completa della vista.

La diagnosi si basa sull’analisi dei sintomi, che permette di distinguere l’uveite da altri disturbi a carico dell’occhio, come per esempio la congiuntivite o la blefarite, e sulla visita oculistica, durante la quale lo specialista valuta l’acuità visiva, misura la pressione oculare, esamina il fondo dell’occhio e il segmento anteriore; possono essere eseguiti anche alcuni esami strumentali specifici. In caso di riscontro di infiammazione del tratto uveale, per individuare le cause scatenanti dell’uveite sono necessari ulteriori esami, per esempio analisi del sangue o indagini di imaging.

Uveite: come prevenirla

Per prevenire lo sviluppo dell’uveite e soprattutto le sue conseguenze è importante la diagnosi precoce: è opportuno, quindi, effettuare controlli periodici della vista da un medico oculista.

La prevenzione della forma infettiva dell’infiammazione si basa principalmente su misure di igiene per evitare l’ingresso dei microrganismi patogeni: toccare gli occhi solo dopo aver lavato le mani, pulire accuratamente le lenti a contatto e disinfettare con attenzione gli eventuali graffi provocati dagli animali domestici.

Foto ravvicinata di occhi sani e belli

Il trattamento dell’uveite

Se si tratta di una forma infettiva, le cure per l’uveite prescritte dal medico hanno l’obiettivo di eliminare il microrganismo che ha provocato l’infezione dell’occhio. A seconda dei casi, quindi, si utilizzano:

  • antivirali, se l’infezione è dovuta a un virus
  • antibiotici, in presenza di infezione batterica
  • antimicotici, se il patogeno è un fungo
  • antimalarici, per contrastare la toxoplasmosi.

Il trattamento dell’uveite

Se la causa è invece una malattia autoimmune, il medico prescrive generalmente un trattamento con farmaci immunosoppressori o anticorpi monoclonali insieme ai corticosteroidi.
 
Per controllare l’infiammazione e alleviare il dolore, se presente, possono essere consigliati anche farmaci cortisonici (corticosteroidi), che possono essere somministrati direttamente nell’ occhio sotto forma di collirio o pomata, oppure assunti per via orale o con un’iniezione intraoculare nei casi più gravi. Possono essere utili anche farmaci per dilatare la pupilla (midriatici).
 
Se compaiono complicanze come il distacco della retina, la cataratta o il glaucoma può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
 
In generale, in caso di uveite anteriore acuta e di natura infettiva, con le cure corrette e tempestive si guarisce dall’uveite in tempi rapidi e con un rischio minimo di ricadute. La situazione è più complicata per l’uveite intermedia e posteriore e per tutte le forme associate a una malattia autoimmune: in questi casi, infatti, l’infiammazione diventa più facilmente cronica e richiede cure per periodi di tempo anche molto lunghi.

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